Ti accorgi che è i tempi stanno cambiando quando pensi agli sms: tutto d’un tratto sono diventati obsoleti.
Oggi le uniche persone a cui li mandi sono quelle stesse persone che 10 anni fa, mentre noi ggiovani sfiammavamo christmas/summer ed altre-stagioni-card non sapevano nemmeno come mandarli e anzi si chiedevano come potessimo farne così largo uso.
Gli sms oggi sono totalmente inutili, antieconomici e facilmente sostituibili. Chiunque abbia uno smartphone con internet si è accorto che facebook messanger, whatsapp, telegram e perfino la mail possono tranquillamente farne le veci garantendo una perfetta integrazione con l’apparecchio e nuove utili funzioni. Aggràtisi. In Italia, se non consideriamo le tariffe allinclusive (ma che cacchio me ne faccio di 1000 sms inclusi, datemi più giga, grazie) il prezzo medio per uno striminzito sms è di circa 12 centesimi: uno sproposito, senza considerare che la soglia dei 160 caratteri si supera facilmente, facendo levitare il prezzopermessaggio alla folle cifra di 1/4 di euro. Nemmeno fosse un MMS (sì, esistono ancora!).
A questo punto ci si deve chiedere: gli sms a cosa servono? Perché esistono ancora? E soprattutto perché le compagnie telefoniche possono permettersi di continuare a farli pagare così tanto? La risposta è abbastanza semplice: servono a garantire la retrocompatibilità con i vecchi. Come accade con i sistemi operativi dei computer. Anche le problematiche annesse sono le stesse: a fronte di una maggiore compatibilità con i modelli precedenti c’è uno spreco inutile di risorse. In pratica siamo costretti a tenerci un tappeto e della legna nel cofano della macchina, perché si, il telefono ce l’hanno tutti, ma alcuni usano ancora i segnali di fumo.
Edit – Siamo nel 2016 ed esiste ancora il televideo. Gente che lavora ogni giorno per inserire contenuti nel televideo. Mi state dicendo che davvero c’è ancora gente che guarda il televideo?
Sono uno che si dimentica tutto.
uno che si è dimenticato cosa significa andare dal parrucchiere.
Sono uno che ride da solo.
Sono uno che non piange da solo.
Sono uno che odia le cose preconfezionate.
Sono uno a cui piace smontare le cose.
Sono uno a cui piace anche rimontarle, le cose.
Sono uno a cui non piacciono i dolci, ma la panna montata sì.
Sono un montato, come la panna, ma ho superato i 33 anni, quindi sono rancido.
Sono uno che non si entusiasma mai, oppure che si entusiasma troppo.
Sono uno a cui piace conoscere la gente rotta.
Sono uno che si rompe in fretta della gente che non ha dubbi.
Sono uno a cui piace il silenzio senza gli imbarazzi del silenzio.
Sono uno a cui piace ascoltare il fondo del mare.
Sono uno a cui piace guardare il fondo del bicchiere.
Sono uno a cui piace toccare il fondo.
Risalire, anche risalire mi piace, ma per arrivare alla cima ci sono molte strade, e io sono ancora fermo all’incrocio.
Giusto due paroline dolci sul discorso sms e una piccola precisazione tecnica. Gli sms non implicano l’impiego di risorse, lavorano a 7 bit invece che 8, fanno parte del protocollo standard GSM su cui poggia tutta (tutta!) la comunicazione voce, anche in UMTS/HSPA e LTE. A questo punto si potrebbe dire: che ce ne facciamo della fonia del cellulare? Tanto c’è skype, ci sono le chiamate vocali in FB e Whatsapp. Poi quando devi chiamare un telefono fisso, ops non puoi. Per inciso gli sms viaggiano anche quando non c’è connettività dati, cosa ancora molto frequente fuori delle città. Massì ma chi se ne frega di quei 10/15 milioni di persone che stanno fuori città. Peggio per loro se non hanno una buona connettività dati. Il costo degli sms, quella si che è una cosa obsoleta, dato che gli sms totali sono lo 0,1% dei dati che circolano nella rete mobile. Nonostante siano, sembrerà strano, ancora molto usati.