Immagina una giornata al mare.
Immagina di nuotare nel mare limpido, trasparente.
Immaginati di essere felice, con indosso la tua maschera e le tue pinnette nuove.
Di colpo vedi l’acqua diventare opaca, sfocata. Pensi si sia appannata la maschera ma non è così: c’avevi sputato bene, prima di indossarla -dici tra te e te- e se ci sputi si sa, non si appanna.
Non sai spiegarti cosa stia succedendo e preso da uno strano senso di smarrimento ti fermi, alzi lo sguardo e guardi il mondo sopra di te: non è appannato. La maschera è ok.
Continui a nuotare, ma poi le vedi.
Sono lì a migliaia, sul fondo, dritte dritte, felici.
In quel momento capisci. Capisci di essere in un brodo di primordiale fecondità: dentro il grande bukkake del mare.
Sono uno che si dimentica tutto.
uno che si è dimenticato cosa significa andare dal parrucchiere.
Sono uno che ride da solo.
Sono uno che non piange da solo.
Sono uno che odia le cose preconfezionate.
Sono uno a cui piace smontare le cose.
Sono uno a cui piace anche rimontarle, le cose.
Sono uno a cui non piacciono i dolci, ma la panna montata sì.
Sono un montato, come la panna, ma ho superato i 33 anni, quindi sono rancido.
Sono uno che non si entusiasma mai, oppure che si entusiasma troppo.
Sono uno a cui piace conoscere la gente rotta.
Sono uno che si rompe in fretta della gente che non ha dubbi.
Sono uno a cui piace il silenzio senza gli imbarazzi del silenzio.
Sono uno a cui piace ascoltare il fondo del mare.
Sono uno a cui piace guardare il fondo del bicchiere.
Sono uno a cui piace toccare il fondo.
Risalire, anche risalire mi piace, ma per arrivare alla cima ci sono molte strade, e io sono ancora fermo all’incrocio.