…se riesci a imparare a chiacchierare più lento.
e riesci a respirare tra una frase e l’altra e, se serve, anche a metà.
Pensare alle parole che usi, al modo in cui arriveranno alla persona a cui le rivolgi.
Fermarti, sempre, su quello che ascolti, prima di cliccare play e rispondere con un brano a caso della tua playlist standard.
Capita di capire se impari a ricordarti che il silenzio no, non è un difetto.
Se scegli di parlare a sproposito, ché a volte è necessario, e poi guardi cosa succede.
Capita di capire se riesci a trasformare il silenzio che imbarazza in silenzio che riempie, che matura.
Perché il silenzio è bellissimo: serve a immaginare, a guardare, a scoprire che ci sono cose che puoi dire anche stando zitto
e che ci sono cose che puoi dire solo stando zitto
e che ci sono cose che… le capisci sempre mentre sei in silenzio
A volte le migliori.
[mood: Nuvole bianche – Ludovico Einaudi & Paolo Fresu]
Sono uno che si dimentica tutto.
uno che si è dimenticato cosa significa andare dal parrucchiere.
Sono uno che ride da solo.
Sono uno che non piange da solo.
Sono uno che odia le cose preconfezionate.
Sono uno a cui piace smontare le cose.
Sono uno a cui piace anche rimontarle, le cose.
Sono uno a cui non piacciono i dolci, ma la panna montata sì.
Sono un montato, come la panna, ma ho superato i 33 anni, quindi sono rancido.
Sono uno che non si entusiasma mai, oppure che si entusiasma troppo.
Sono uno a cui piace conoscere la gente rotta.
Sono uno che si rompe in fretta della gente che non ha dubbi.
Sono uno a cui piace il silenzio senza gli imbarazzi del silenzio.
Sono uno a cui piace ascoltare il fondo del mare.
Sono uno a cui piace guardare il fondo del bicchiere.
Sono uno a cui piace toccare il fondo.
Risalire, anche risalire mi piace, ma per arrivare alla cima ci sono molte strade, e io sono ancora fermo all’incrocio.