Vorrei parlare un po’ con te.
Non tanto eh.
Tipo una settimana.
Credo che una settimana basterebbe.
Solo per capire una cosa,
sì, una cosa sola.
Una cosa minuscola.
Sono lento, per certe cose mi serve un po’ di tempo.
È che questa cosa
non che sia complicata,
ma richiede una certa precisione.
Vorrei capire se mi piaci perché non ci sei e quando non ci sei posso immaginarti come voglio io,
o se mi piaci perché, quando ci sei, sei molto più bella di quanto io non riesca a immaginare.
A una lettura superficiale il concetto di fondo sembrerebbe più o meno lo stesso.
Ma nel primo caso direi che la questione non è grave, quasi derubricabile a un banale giochetto per menti annoiate.
Nell’altro caso, invece, sono fottuto.
Sono uno che si dimentica tutto.
uno che si è dimenticato cosa significa andare dal parrucchiere.
Sono uno che ride da solo.
Sono uno che non piange da solo.
Sono uno che odia le cose preconfezionate.
Sono uno a cui piace smontare le cose.
Sono uno a cui piace anche rimontarle, le cose.
Sono uno a cui non piacciono i dolci, ma la panna montata sì.
Sono un montato, come la panna, ma ho superato i 33 anni, quindi sono rancido.
Sono uno che non si entusiasma mai, oppure che si entusiasma troppo.
Sono uno a cui piace conoscere la gente rotta.
Sono uno che si rompe in fretta della gente che non ha dubbi.
Sono uno a cui piace il silenzio senza gli imbarazzi del silenzio.
Sono uno a cui piace ascoltare il fondo del mare.
Sono uno a cui piace guardare il fondo del bicchiere.
Sono uno a cui piace toccare il fondo.
Risalire, anche risalire mi piace, ma per arrivare alla cima ci sono molte strade, e io sono ancora fermo all’incrocio.